Via Francigena – Toscana in Camper

I viaggi della Famiglia Bacci

Questo è il resoconto della nostra avventura lungo la via Francigena in Toscana.

È diviso in tappe che possono essere percorse in un weekend (due o tre giorni) ma chi vuole, con un po’ di tempo a disposizione, può farsela tutta di seguito. Abbiamo fatte tutte le tappe a piedi ma dormendo la sera nel nostro camper tranne un paio di volte dove ci era complicato tornare indietro a recuperare il nostro veicolo. La dimensione del cammino è una dimensione del viaggio reale ed autentica, è il viaggio per eccellenza. Anche se le nostre motivazioni erano più paesaggistiche e storiche che religiose, è stata comunque un’esperienza spirituale.

Ho percorso questo cammino in un periodo difficile e triste della mia vita e c’erano delle giornate in cui facevo fatica ad alzarmi la mattina, eppure dopo un’ora di camminata la bellezza dei luoghi mi rasserenavano a tal punto, che mi sentivo in pace con me stessa. La bellezza ed il cammino sono strumenti terapeutici che dovrebbero essere prescritti come cura per i mali dell’anima.

Un’altra caratteristica del camminare è che si entra in un’altra dimensione, una dimensione atemporale in cui ci si stacca da tutto : a volte per riuscire a rilassarsi , a non pensare più ai problemi di lavoro o di famiglia , si va lontano, in luoghi esotici ma con il cammino si riesce , a due passi da casa, a sentirsi fuori dal mondo. A volte il camminare diventa quasi una necessità, si ha voglia solo di andare avanti, continuare questo viaggio per sempre, non esiste più la meta c’è solo il cammino.

Via Francigena Caravanbacci

4 Vantaggi nell’uso del VR per percorrere la Via Francigena

1)Unire alla percorrenza del cammino, soste più lunghe per il riposo o la visita di alcune belle località che richiedono la sosta di almeno un giorno ( Siena per tutte) e la possibilità di fare delle deviazioni per andare a visitare delle località bellissime che sono vicine al tracciato.

2)Dormire nel proprio letto dopo una giornata di fatica non è proprio male.

3)Alternare tappe a piedi con tappe in auto, anche se il mio consiglio è quello di percorre tutta la VIa a piedi, magari alternando le tappe con giornate di riposo.

4)La via passa attraverso zone di produzione di vini fantastici e non è male avere un garage dietro dove poter caricare qualche cassa di vino.

(Nicoletta Bacci Berlendi)

Pontremoli Aulla – tappa N° 23

Arrivati a Pontremoli scopriamo dal C.A.I. che parte del percorso, già al 52% su strada asfaltata e pericolosa (statale Cisa) è non percorribile per lavori e quindi la percentuale della strada asfaltata aumenta ancor più. Nota bene nessuna notizia di questo sul sito.

Abbiamo deciso di fare una passeggiata alternativa che ripercorre la Via Francigena da Pontremoli verso la Cisa fino verso Toplecca con una deviazione verso i Prati di Logarghena.

Al mattino decidiamo prima di partire di visitare le Chiese di San Pietro e della Santissima Annunziata ( poco fuori Pontremoli). Purtroppo sono entrambi chiuse; quella di San Pietro è una brutta chiesa moderna ma che al suo interno custodisce un lastra di arenaria con sopra scolpito il famoso labirinto, simbolo dei pellegrini; mentre della quattrocentesca Chiesa dell’ Annunziata riusciamo a vedere gli annessi chiostri.

Parcheggio Pontremoli

Per gli amici camperisti che decidessero di fare le tappe della via da Pontremoli ad Aulla o da Pontremoli alla Cisa si segnala che c’è un comodo parcheggio non attrezzato ma pianeggiante e vicino all’abitato, alle spalle della Chiesa di San Pietro. E’ vicino alla stazione dei treni ( per andare o tornare dalle tappe) e al centro di Pontremoli.

A Pontremoli oltre al grazioso centro abitato con i suoi caratteristici ponti vale la pena vedere il Museo delle Steli Lunigianesi.

Pontremoli

Partiamo dal Convento dei Padri Cappuccini: La partenza non è indicata ma facilmente individuabile in uno stretto sentiero lastricato che sale. Finita la parte acciottolata la strada continua a salire ( breve tratto asfaltato) e poi prosegue in un bel sentiero nel bosco.

Si sale sempre prima di arrivare all’abitato di Arzengio. Attraversato tutto il paese, poco oltre una chiesa gialla , con fontana di acqua potabile, inizia la salita al Crocetta lungo la vecchia via Crucis (sentiero acciottolato).

Arrivati al Crocetta , fine della Via Crucis, c’è un’indicazione Via Francigena nel sentiero che scende. Prendere invece a dx per Rifugio Mattei ( ci sono due sentieri ma poco più avanti si ricongiungono). Tempo dai Padri Cappuccini al Crocetta h 1,15.

Si prosegue sempre tenendo la sx a tutti i bivi che si incontrano lungo sentieri e strade bianche fino ad arrivare ad un pianoro a cui fa seguito un bivio. A sx si andrebbe a Filattiera ma voi girate a sx fino ad arrivare alla cappellina, si riconosce dal boschetto ai suoi piedi e c’è un’ altro abbeveratoi di acqua potabile.

Da lì sale il sentiero per il rifugio Mattei ed il Monte Logarghena. Noi invece abbiamo proseguito a dritto scendendo lungo la strada bianca che arriva fino a Molinello. Prima di Molinello, poco dopo la casa di un apicoltore sulla sx c’è una piccola edicola e l’indicazione della Via Francigena ed un sentiero acciottolato che scende. Lo si imbocca e tra sali e scendi in mezzo ai boschi e ruscelli si arriva nuovamente al Crocetta h 1,45.

Dal Crocetta siamo discesi per lo stesso sentiero dell’andata in 50. La passeggiata è bellissima tutta per sentieri, tra prati fioriti e boschi muschiosi. Leggermente impegnativa snella salita al Crocetta e per la lunghezza di circa 5 ore.

Lucca Altopascio – tappa N° 28

Questa è una tappa breve che si fa agevolmente in 4 ore.

Sinceramente fare il percorso a piedi non vale molto la pena perché si percorre per quasi l’intero tragitto la strada asfaltata ( per fortuna molto poco trafficata). Consiglio pertanto a chi percorre la via con il camper di prendersi una giornata di riposo e farsela con le 4 ruote. Se il percorso non vale, non così si può dire delle tappe di partenza e arrivo.

Lucca

Se si arriva a Lucca molto comoda per la sosta è l’area di Sosta Attrezzata il Serchio, ben indicata, ben attrezzata e  si raggiunge il centro facilmente con la bicicletta. Lucca è non solo una città deliziosa ma spesso ospita numerose manifestazioni e mostre (per i Morti c’è la famosa Lucca Comics)  e ci sono molte escursioni da fare nei dintorni: dalle famose ville lucchesi, alla zona di Barga, le Grotte del Vento, l’orrido di Botri, le Terme di Bagni di Lucca e molto altro ancora.

L’itinerario parte dal centro storico di Lucca da Piazza San Michele. Visitiamo la chiesa di San Michele in Foro che conosciamo bene ma visto che abbiamo al seguito figlia ed amiche non fa mai male rivederla. Si segue Via Roma, via Santa Croce fino a Porta Elisa.

Lucca - Caravanbacci

Lungo la strada verso Capannori numerosi esempi di casa colonica lucchese con l’arco di accesso alla grande aia dove si affaccia la casa e i fienili.

Arrivati nella Piazza della Pieve di San Gennaro di Capannori ci fermiamo a mangiare un panino nel prato antistante : la pieve risale al 900 d.C. ma è stata ampiamente rifatta.

Più interessante la Pieve di San Paolo (  per la quale bisogna fare una deviazione di un paio di chilometri) la più antica del territorio .  La costruzione originaria non si sa a quando risalga ma si sa che fu distrutta dai Goti nel 400 d.C. e ricostruita poi  da San Frediano negli ultimi anni del 500 d.C.  In tale occasione fu deviato il corso dell’Auser, nome antico per il Serchio, a monte di Porcari bonificando la zona) poi  ancora ricostruita nel 1200, è bella di fuori ma meno interessante di dentro (rifatta nel 1600) quindi se per caso la trovate chiusa non rammaricatevi troppo.

Nel primo tratto non ci sono cartelli con indicazioni della via Francigena quindi seguiamo le indicazioni del road book scaricato dal sito della Via.  L’unico vantaggio di questo percorso è che ci sono più di una fontana per bere e rinfrescarsi e comunque, attraversando centri abitati, incontriamo anche numerosi bar.

Un consiglio: il padule sarà anche stato bonificato ma è pieno di zanzare, mi hanno mangiato, quindi premunitevi cospargendovi di Autan.

Passiamo Porcari. Verso il quattordicesimo chilometro, ormai alla fine del nostro percorso, c’è una deviazione dalla strada asfaltata e si attraversa un boschetto alla fine del quale troviamo la Badia di Pozzeveri.

Anche questa molto antica, ci sono testimonianze della presenza dell’abbazia camaldolese del 952. Poi diventata centro monastico benedettino era un’importante tappa della Via Francigena. La chiesa è chiusa per restauri e per scavi dell’Università di Pisa e dell’Università dell’Ohio di Paleontologia ma un cartello informa che nell’estate,  è possibile visitare gli scavi con spiegazioni.

Altopascio

Dopo meno di mezz’ora arriviamo ad Altopascio alla Chiesa di San Jacopo molto bella esternamente ma interessante anche all’interno. Dedichiamo un po’ di tempo alla visita di Altopascio, famosa per il suo pane tipico toscano, e dal centro storico molto grazioso.

Punto centrale è la piazza degli Ospitalieri dove si trova l’antica sede dei famosi Cavalieri del Tau, (il nome deriva dal lungo mantello nero che i frati indossavano, sul quale era la croce taumata, a forma di punteruolo, simile alla lettera tau greca) confraternita  fondata  intorno alla metà dell’anno Mille da dottori in medicina e laici volenterosi . La confraternita decise di costruire uno “spedale” che serviva all’accoglienza e al ristoro dei viandanti che percorrevano la Via Francigena. Le modalità di assistenza furono disciplinate in norme precise nel 1232, in una vera e propria Regola con disposizione sull’alloggio, la cura e il nutrimento degli ospiti. Il pane era alla base della dieta dei pellegrini che sostavano alla magione di Altopascio ed era un diritto per chiunque vi facesse tappa.

Dopo la visita di Altopascio torniamo di poco indietro fino alla stazione di Altopascio dove prendiamo il treno che in dieci minuti ci riporta a Lucca.

San Miniato Gambassi – tappa N° 30

Un percorso impegnativo se fatto tutto in una volta ma adatto anche a persone poco allenate se diviso in due come abbiamo fatto casualmente noi. Io e mio marito Paolo, lo abbiamo fatto in camper ma si può fare anche in auto dormendo nelle strutture indicate o passando una bella giornata vicino casa. Ci svegliamo la mattina e  piove, decidiamo comunque di visitare San Miniato.

San Miniato

Per i camper, provenendo da Pisa non conviene salire direttamente da San Miniato Basso perché la  strada quando si arriva in paese è piuttosto stretta. Conviene salire dalla Serra così poco prima di San Miniato si trova un grosso parcheggio che è collegato al centro da un ascensore; è comodo solo nel fine settimana quando non si paga, perché se no sono € 0,5 l’ora.

Proseguendo fino a San Miniato si trova un altro parcheggio, dove fanno il Mercatale, che è perfetto per chi vuole percorrere la via Francigena perché si trova proprio sotto la Chiesa di San Francesco che è il punto di partenza della Via da San Miniato . Questo è un parcheggio parte a pagamento e parte libero. Altra possibilità di parcheggio c’è lungo il percorso della Via Francigena a Calenzano, nel parcheggio antistante al bar/trattoria, ad un paio di chilometri da San Miniato.

In paese visitiamo la Chiesa di San Domenico ed il  Duomo ( dal cui piazzale si gode una bella vista). Nel frattempo il cielo si rischiara un po’ e decidiamo di fare un pezzetto della Via. All’inizio, usciti dal paese per delle scale si costeggia per 5/6 chilometri la strada asfaltata ( SP 7   per Calenzano/Castel Fiorentino) fino a che sulla destra non si trova un cartello di legno via francigena e da lì inizia il percorso campestre che permette di godere di magnifici panorami.

San Miniato

Il paesaggio è quello tipico toscano: dolci colline delineate da filari di cipressi, un mare di verde che rilassa e pacifica.

Dopo circa due ore e mezzo  ore di buon passo arriviamo a  Coiano. Essendo segnalata come tappa intermedia, ci aspettavamo un paesino dove magari trovare un posto dove ripararsi ; a mezz’ora da Coiano ha iniziato a piovere a vento ed abbiamo i jeans  tutti bagnati. Eravamo attrezzati con giacchino antivento e antipioggia ma conviene avere nello zaino una mantellina impermeabile, per coprire in caso di pioggia, lo zaino stesso e le gambe.  Per il fango invece non si può far nulla  quindi da evitare assolutamente scarpe da ginnastica, meglio le pedule che vanno bene con ogni tempo.

Purtroppo a Coiano ci sono solo due case, un castello che essendo domenica è chiuso, ed un a chiesa in restauro. Per fortuna c’è anche una casa in restauro e ci ripariamo sotto le scale e consumiamo il nostro pasto. Bisognerebbe segnalare al Comune che provvedesse a mettere una tettoia di modo da offrire un posto riparato dalla pioggia o dal sole ( d’estate questo percorso che adesso in primavera o in autunno è piacevolissimo, deve essere abbastanza duro perché è tutto al sole).

Calcoliamo che per arrivare a Gambassi ci vorranno altre tre ore ed abbiamo paura che arrivando verso le sei nessuno ci possa riaccompagnare indietro ( purtroppo non ci sono né treni né autobus) . Decidiamo quindi di tornare indietro e di rimandare la tappa Coiano-Gambassi al giorno dopo. Arrivati nuovamente sulla strada asfaltata sta iniziando nuovamente a piovere e decidiamo di fare l’autostop. Passano perlomeno una ventina di macchine ma nessuno si ferma fino a che un signore gentilissimo (un camminatore) ci carica e ci porta fino al parcheggio.  Decidiamo di andare a dormire presso l’Azienda Cosimo Maria Masini.   Siamo piuttosto  stanchi e  fangosi, quindi una bella doccia calda e riposino prima di cena.  Cena presso l’azienda (€ 25 dall’antipasto al dolce- € 10 per i bambini).

L’azienda è molto bella e panoramica ed offre ospitalità insieme a due degustazioni di vino ( tre assaggi di vino per due persone € 10 a testa) o anche con l’equivalente minimo di spesa (€ 20) in vino  e fa venir voglia di passarci più di una notte. Volendo, con un minimo di tre persone e previa prenotazione , organizzano un wine tour: visita parco, cantina, barriccaia e giro delle vigne, successiva degustazione tre vini e piccoli assaggi, 15 euro a persona oppure una  passeggiata fra le vigne e picnic sui prati, 25 euro  a persona.

Al mattino, con molta calma, ci spostiamo a Coiano, non c’è molto parcheggio, giusto due mezzi ai lati dell’ingresso al Castello che nei festivi è chiuso (almeno in questi periodi) . La giornata è bella ed il sentiero fantastico; è un saliscendi fra le colline, si cammina in mezzo all’erba su minuscoli sentieri che uno non imboccherebbe mai se non ci fossero le indicazioni della via, per noi  Toscani amanti della nostra terra è un percorso fantastico.

Si attraversa solo due volte la strada ed un fiumiciattolo. Verso la fine all’altezza di Via san Michelino c’è un tavolo da picnic dove si può fare merenda ( ma sempre al sole). Decisamente questo è un itinerario da fare nelle mezze stagioni perché d’estate deve essere veramente caldo. Sinceramente sono contenta che ieri abbia iniziato a piover e perché fare tutta la tratta San Miniato – Gambassi sarebbe stata dura: infatti il primo tratto è meno faticoso (ce l’avremmo fatta anche a tornare indietro fino a San Miniato) ma la seconda Coiano- Gambassi anche se più bella e molto più faticosa.

Arriviamo alla Pieve di Chianni, subito prima del paese di Gambassi, romanica, molto bella nella sua semplicità. Per vederla bisogna passare da dietro e chiedere alla signora Anna che gestisce l’ostello ricavato nella canonica : camere con bagni nuovi, semplici ma alcune veramente caratteristiche, da due, tre fino a sette letti a prezzi veramente modici (www.ostellosigerico.it tel. 3397832270 ). A richiesta prima colazione e cena.

Gambassi

Proseguiamo verso Gambassi centro; sulla salita si trova il punto di informazioni turistiche dove è possibile parcheggiare 4/5 camper, uno dei pochi parcheggi in piano della zona. Il paese è molto carino, si visita velocemente ed ha una bella piazza centrale ( del giardino). Pranziamo al Ristorante Pinchiorba, subito prima della piazza. E’ un ristorante caratteristico che offre cucina toscana anche a prezzo fisso  (€ 20 antipasto-primo e secondo bevande escluse) su prenotazione tel. 0571-638188 [email protected]  chiedere di Marco o Irene. Hanno anche delle camere se qualcuno preferisse dormire in centro.

Arrivando di pomeriggio e mettendosi preventivamente d’accordo, Marco è disposto a riaccompagnare chi dovesse andare a riprendere il camper a Coiano o San Miniato, per i prezzi chiedere (max € 45 ad auto).

Noi usufruiamo dei servizi del tassista di Gambassi il signor Renzo tel. 337686536 o 0571-638283 che lavora anche nei giorni festivi  dalle 8 alle 20 ma va prenotato prima, (Gambassi- San Miniato € 40) non prima di aver preso un gelato alla gelateria  vicino al ristorante, sulla piazza: il cioccolato al peperoncino merita!

Gambassi S. Gimignano – tappa N° 31

Parcheggiamo a Gambassi nel parcheggio dell’ufficio informazioni.
La partenza del percorso è dalla Chiesa del Cristo Re (niente di che), voltate le spalle alla chiesa si prosegue sempre dritto per Via Franchi e si inizia a scendere lungo la strada asfaltata finché ad una curva si trova una deviazione sulla destra con indicazione via francigena insieme alle indicazioni di numerose aziende agricole. Questo primo pezzo tutto su strada bianca, percorribile volendo anche in macchina e con un profilato anche se la strada è stretta e potrebbe creare qualche problema nel caso si incontri un altro veicolo, è fiancheggiato infatti  da numerose aziende che vendono olio, vino e champagne!

Scopriamo infatti che dalla famosa vernaccia un paio di produttori ottengono con il metodo champenoise lo champagne. Noi non l’abbiamo assaggiato perché ad inizio passeggiata non è consigliabile ma ci proponiamo di tornare  per assaggiarlo.

Un po’ più avanti un’altra azienda accanto ad un edificio religioso espone sul muro esterno una massima di vita che condivido e fotografo per ricordarmela. La piacevolezza della strada consiste nel vedere già all’inizio la nostra meta,; le famose torri infatti svettano lì davanti e sembrano veramente vicinissime.

Dopo circa un paio di chilometri troviamo la deviazione per Bollori e Putizza, polle di acqua termale accompagnate da emissioni di gas solforosi. Se si segue la deviazione si percorre un percorso ad anello che parte e  ritorna da Gambassi lungo il quale si possono vedere varie polle ed affioramenti di acque termali (www.parcobenestare.it percorso 2).

Gambassi | Caravanbacci.com

Tra l’altro chi si ferma a Gambassi dovrebbe dedicare una giornata  o una mezza giornata alla visita di San Vivaldo, la Gerusalemme toscana  sulla strada che va a Montaione: si tratta di una serie di cappelle (18), con all’interno terrecotte che rappresentano episodi della vita e della passione di Gesù, che riproducono i luoghi santi di Gerusalemme. San Vivaldo fu costruita nel 1500 dai frati francescani in modo da permettere a tutti di fare un pellegrinaggio in Terrasanta senza muoversi dalla toscana ma ottenendo uguali indulgenze (orari di visita 15-19 dal 1/4 al 31/10 e dalle 14-17 dal 1/11 al 31/3). Anche da San Vivaldo parte un interessante percorso ad anello da fare a piedi (www.parcobenestare.it percorso 1).

Finita la strada bianca, si imbocca un sentiero che  scende e  sale su una collina dalla quale si ha una bella panoramica su Gambassi. Si attraversa un fiume (l’Elsa?) e si costeggia un bellissimo resort (innominato) e le Fattorie San Pietro dove c’è un ristorante. Passati altri due o tre agriturismi si arriva alla strada asfaltata.

Tutta la zona è molto panoramica e bella, si scorge Certaldo e innumerevoli vigneti tanto da farci pensare di rifare il percorso in ottobre:  quando i vigneti saranno rossi lo spettacolo deve essere superbo. Arrivati al santuario di Pancole ci stendiamo al sole e consumiamo il nostro pranzo. Il Santuario ha una lunga storia di devozione: costruito alla fine del 1600 dopo la guarigione miracolosa di una bambina sordomuta ad opera della Madonna fu stupidamente distrutto dai tedeschi nell’estate del ’44. Ricostruito poco dopo nel 1949, nel 2000 è stato dichiarata chiesa giubilare ed entrando attraverso la porta Santa si ottiene la remissione dei peccati. La Chiesa all’interno non ha grandi attrattive, se non l’immagine della Vergine  ed i numerosi ex-voto esposti. All’esterno invece c’è un presepe a grandezza naturale con la grotta ricavata in un sotterraneo piuttosto suggestiva.

Poco dopo il Santuario riprende la strada asfaltata, lì noi dobbiamo aver sbagliato strada perché, anche se lungo la strada abbiamo trovato una lapide che diceva che stavamo percorrendo la Via di Sigerico,  non abbiamo trovato più la segnaletica della Via quindi , anche se non so dove abbiamo deviato, credo abbiamo fatto una piccola deviazione parallela al percorso originale che costeggiava la Pieve di Cellole che invece noi non abbiamo visto.

Arrivati sulla provinciale si prosegue sempre seguendo la strada e a vista visto che San Gimignano a quel punto è vicina e si vede . Questo tratto lungo la strada asfaltata è brutto perché la strada è stretta e trafficata e si cammina sul ciglio. Si entra in città dalla Porta San Matteo e percorrendo l’omonima via si arriva in centro.

Dopo la pace delle campagne fa impressione entrare nella cittadina super affollata ( è il 25 aprile) e fa venire in mente cosa dovevano provare i pellegrini medievali  quando arrivavano stanchi dalle solitarie campagne ed entravano nel allora fiorente e caotico borgo che deve il suo sviluppo proprio alla sua collocazione lungo a Via francigena.

Appena entrati vale la pena di visitare la bella Chiesa di Sant’Agostino con l’annesso chiostro, bellissimi affreschi e pale notevoli. In centro da non perdere la visita alla Collegiata, interamente affrescata: di particolare bellezza la Cappella di Santa Fina affrescata dal Ghirlandaio. Il ciclo degli affreschi bellissimo si presta molto ad una vista per bambini visto la quantità delle storie  raccontata. La piazza accanto a piazza del Duomo e la Piazza della Cisterna circondata anch’essa da bei palazzi: sugli scalini del pozzo che dà il nome alla piazza ci godiamo al sole un bel gelato che abbiamo comprato alla gelateria di fronte Campione del Mondo ed una volta tanto il gelato tiene fede al suo nome. Una ulteriore salitina conduce al punto panoramico dove si può assaggiare la famosa Vernaccia di San Gimignano ed adesso, alla fine della nostra passeggiata, ce lo possiamo concedere.

Per tornare a Gambassi stavolta noi ci eravamo organizzati con un gentile genitore che ci è venuto a prendere  perché al solito i mezzi pubblici scarseggiano: difatti da San Gimignano bisognerebbe prendere l’autobus per Certaldo, da lì per Castelfiorentino e poi per Gambassi (tra l’altro stando agli orari l’autobus San Gimignano – Certaldo c’è solo dal lunedì al sabato per info SITA tel. 055-483651). Quindi o ci si organizza con amici, due equipaggi uno che lasci il mezzo a san Gimignano e poi torna indietro con l’altro o si usufruisce del solito tassista di Gambassi.

Per parcheggiare il veicolo a San Gimignano consiglio il parcheggio che c’è al Museo Peugeout nella zona industriale di Volterra a 10 minuti dal centro.

Se si vuole dormire a San Gimignano in località Santa Lucia a 2 chilometri da San Gimignano, accanto al campo sportivo, c’è il campeggio Boschetto di Piemma [email protected] tel. 0577-940352 con piscina e campi da tennis collegato a San Gimignano dai mezzi pubblici.

Accanto al campeggio c’è l’area di sosta camper ( € 1 l’ora fino ad un massimo di € 15 al giorno) protetta da sbarra con luce e punti corrente ed un punto di scarico e carico a mt 100 ( fuori del parcheggio) gratuito oppure visto la quantità di aziende agrituristiche nella zona si può chiedere ospitalità in cambio della cena o acquisto di prodotti la lista completa si trova all’indirizzo www.sangimignano.com dove dormire-agriturismi.

Per l’organizzazione della tappa successiva abbiamo fatto riferimento all’efficientissimo Ufficio del Turismo di Monteriggioni orario 9,3-13,30 14-19,30 dal lunedì alla domenica tel. 0577-304834 www.monteriggioniturismo.it . La tappa San Gimignano –Monteriggioni per noi è stata piuttosto impegnativa, sono 30 chilometri partendo da San Gimignano centro, KM 27,5 partendo dal campeggio, però ripeto noi siamo due cinquantenni poco allenati.

S. Gimignano Siena – tappa N° 32 e 33

Le previsioni come al solito non sono buone ma decidiamo di partire lo stesso. Usciti dal campeggio Boschetto di Piemma o dall’area di sosta camper, si gira a sx e dopo circa mt. 100 all’altezza di un’Edicola a dx  c’è l’inizio del sentiero sterrato. All’inizio del sentiero (primi 3/4 chilometri) ci sono una serie di saliscendi con tre piccoli guadi che possono essere evitati (lo scopriamo parlando con delle persone una volta arrivati a Monteriggioni) uscendo dal campeggio sempre svoltando a sx si prosegue dritto lungo la strada asfaltata e quando questa devia a dx proseguire a dritto sulla strada sterrata. Lo dico perché personalmente abbiamo fatto una bella fatica ad arrivare in fondo al percorso (km 27,2) e forse, anche se all’inizio la fatica non si sente, evitare qualche saliscendi alla fine può venire utile.

Comunque il percorso è molto gradevole, l’aria è profumatissima per la moltitudine di ginestre fiorite. Noi partiamo litigando per una questione di buste e cose che qualcuno doveva prendere e si è scordato ma per fortuna la salita ci mozza il fiato e la discussione va a morire. Passiamo l’agriturismo Torraccia di Chiusi e dopo un ennesimo guado (ci si domanda se d’inverno questo percorso è fattibile visto la quantità di torrentelli attraversati) un vecchio allevamento di maiali abbandonato dall’aria sinistra.

Dopo aver incrociato la strada asfaltata e passato in mezzo a campi di grano ci inoltriamo in un boschetto dove, circa dopo un’ora e mezzo  di cammino, ci fermiamo a mangiare. Incontriamo un gruppo del CAI di Massa che proviene da Gracciano. Ci informiamo sui tempi di percorrenza e ci dicono che loro ci hanno messo fino a qui 3 ore e mezzo il che ci spinge a rimetterci in cammino.

San Gimignano

Dopo poco si riattraversa la strada asfaltata e si incontra, dopo un sentiero nel bosco un piccolo borgo con una chiesetta. L’incontro con il gruppo del CAI ci spinge ad accelerare il passo di marcia (vogliamo o no metterci un po’ meno?) ed anche se facciamo varie soste per foto  arriviamo a Gracciano dopo circa due ore.

Lungo la strada abbiamo incontrato un vecchio fontanile abbandonato che sarebbe il caso di restaurare e una antica costruzione lungo il fiume. Paolo curioso come al solito vede un signore e si fa fare la storia della costruzione dal ‘500 ai giorni nostri: un antico mulino di proprietà di nobili della zona venne poi affittato nel ‘700  ad una cartiera di carta gialla che ha continuato la sua attività fino alla fine del ‘800. Donato dai proprietari alla Chiesa è in abbandono da lungo tempo.

A Gracciano, dove ci sono vari parcheggi  dove sostare nel caso qualcuno volesse spezzare la tappa in due, ci fermiamo per una merenda: c’è un bel parco giochi con parcheggio e fontana. Dopo Gracciano attraversiamo vari campi coltivati : bisogna fare un po’ di attenzione perché la segnaletica è scarsa e spesso coperta dall’erba alta. Dopo due/tre chilometri ci inoltriamo nuovamente in un bosco in salita dove ci imbattiamo in un daino. Usciti dal bosco ci si rimette in una stretta strada asfaltata ed  iniziamo finalmente a scorgere Monteriggioni. Il percorso costeggia il paesino di Strove che ci fermiamo a visitare, davanti alla graziosa Chiesa romanica c’è un’area picnic ed un ampio parcheggio dove sarebbe possibile sostare con il camper anche se non è perfettamente in piano.

Si prosegue per un tratto sulla strada asfaltata e poi all’altezza di Castel Pietraio ci si inoltra di nuovo nel bosco per poi risbucare su una strada bianca fino ad Abbadia  Isola, antica Abbazia  con annesso convento fondata intorno al mille da una nobile longobarda che deve il suo nome al fatto che prima si trovasse come su un’isola essendo la zona paludosa. Sul sito del Comune di Monteriggioni si trovano le date nelle quali organizzano delle passeggiate storiche in costume,  con pranzi a tema,  da Monteriggioni ad Abbadia ad Isola rievocando appunto il cammino dei pellegrini della Via Francigena.

Gli ultimi quattro chilometri da Abbadia ad Isola a Monteriggioni sono per noi terribili. La stanchezza si fa sentire pesantemente, oltretutto ha iniziato a piovere fitto ed ogni passo è una fatica. Il mio garrulo marito nonostante la stanchezza continua a chiacchierare, io rispondo a monosillabi e quando insiste a grugniti: la stanchezza richiede che concentri tutte le mie forze nel camminare. Quando vedo la Porta Fiorentina di Monteriggioni , in cima all’ultima salita, mi sembra di avere un’apparizione.

Abbiamo prenotato una camera al Bed&Breakfast che è sulla piazza di fronte alla chiesa ([email protected] tel. 0577-304917 o 3474924357 speso € 60 per la camera compreso colazione): la camera guarda la chiesa, ha un meraviglioso bagno ed un comodo letto a baldacchino. Farsi una doccia calda e stendersi sul letto è una sensazione meravigliosa. Il ragazzo tedesco che ci accoglie all’albergo ci conforta dicendoci che la maggior parte di coloro che arrivano da San Gimignano arrivano nelle nostre condizioni, mi sembra una pietosa bugia ma è consolatorio! Dopo esserci un po’ riposati ceniamo nella sottostante Osteria, buoni ed abbondanti i primi piatti (€ 20 a testa con vino). Facciamo un breve giro per il paese che è minuscolo ma delizioso ed andiamo a letto.

La decisione di restare a Monteriggioni è dovuta al fatto che la cittadina è servita male dai servizi pubblici e sarebbe stato complicato tornare a San Gimignano. In ogni caso se si volesse tornare si può usufruire dei servizi dei tassisti di Colle Val D’Elsa Roberto tel. 3394497423 Adriano tel. 3404104010 Francesco tel. 336705766 da contattare in anticipo. Molti stranieri che abbiamo incontrato per strada infatti non fanno la Via Francigena ma camminano da San Gimignano a Colle val d’elsa e poi da lì a Siena proprio per questo motivo, infatti Colle è molto meglio collegata dai mezzi pubblici.

Comunque chi viaggia con altri equipaggi ed ha la possibilità di recuperare il veicolo a San Gimignano, Monteriggioni offre un bellissimo parcheggio alle porte della città peccato che non sia stato attrezzato con un punto di scarico e carico acqua. Oppure per dormire low cost il prete offre ospitalità a chi viaggia con le credenziali, ostello con bagno comune ad offerta tel. 0577 304214- 335 6651581 -327 0655678, se invece si cerca un lusso maggiore c’è anche un Hotel 4 stelle.

Il mattino seguente, dopo una buona colazione, ci facciamo confezionare dei panini dall’unico alimentari del paese (La Cerchia) un po’ strani, non vendono pane ma solo panini non molto elaborati conveniva richiederli all’Osteria.

Visitiamo la chiesa e facciamo il giro dei bastioni dopodiché con la nostra solita calma ci incamminiamo per Siena. Usciti da Monteriggioni dalla Porta opposta a quella dalla quale siamo arrivati si scende lungo la strada asfaltata. Dopo non molto si devia lungo una strada bianca.

L’itinerario di oggi oltre alla bellezza , commovente, del paesaggio, offre numerosi soste in luoghi storici ( antichi toponimi, castelli, borghi medievali) che veramente fanno sentire la storia millenaria del cammino che si sta seguendo. Dopo non molto ci imbattiamo nella località il  Mandorlo che rievoca l’antica osteria per i pellegrini del Mandorlo citata negli archivi di Abbadia Isola. Dopo un po’ troviamo il borgo di Cerbaia (lieve deviazione a dritto in salita rispetto al percorso) che pare risalga al mille (non è che si veda tanto giusto dalle fondamenta) e dopo un altro tratto il bel insediamento medievale di Borgo Casa Bucci dal quale si vedono già le tre torri del castello della Chiocciola che deve il suo nome ad una delle tre torri che è cilindrica ed ha una scala interna elicoidale e fu teatro di battaglia nel 1554.

Poco più avanti si passa accanto al Castello di villa anch’esso con una torre quadrata ed una poco distante cilindrica. Dopo circa due chilometri di sentiero si arriva alla strada asfaltata provinciale. Lì bisogna voltare a dx e seguire la strada asfaltata, lo dico perché manca la segnaletica ed il road book non è chiaro. Dopo altri due chilometri di strada asfaltata si gira a sx in via dell’Osteriaccia che è una larga strada bianca dalla quale ad un certo punto c’è la deviazione per l’ Eremo di Pian del lago ma siamo stanchini e ci accontentiamo di guardarlo da lontano. Lungo la via alcuni cartelli raccontano la storia del nobile del luogo Francesco Sergondi Bindi  che si rovinò per bonificare la zona e la cui opera fu poi portata a termine dal Granduca Leopoldo che gli donò in segno di gratitudine parte delle terre bonificate .

Più avanti si incontra la piramide di pietra che ricorda l’opera di bonifica e lì sotto inizia il lungo canale di bonifica mt 2173 che è stato restaurato e si può percorrere a piedi ( manco morta). In località Il Palazzo si riattraversa la strada asfaltata e ci si immette in un giovane bosco di castagni alla fine del quale , lasciata una struttura ippica sulla sx si prosegue a dx fino al cimitero. Lì si rincontra la strada asfaltata e si gira a sx ed alla fine della salita si imbocca la Strada delle Coste. Dopo essere passati  sotto la superstrada ed essere arrivati alle porte della città di Siena ci informiamo da un signore dove si trova Pazza Gramsci dalla quale dovrebbe partire l’autobus per tornare a San Gimignano. Il gentilissimo signore ci spiega che è in centro e si offre di portarci invece alla più vicina fermata di Fontebecci . Da lì prendiamo dopo una mezz’ora l’autobus per San Gimignano ( € 6 a testa facendo il biglietto a bordo).

Non tutti gli autobus arrivano fino san Gimignano , ci sono corse più frequenti per Poggibonsi  e la domenica le corse diminuiscono drasticamente, per info SENA tel. 0577-247934-283203. Quasi nessuno ferma a Monteriggioni,  tranne la mattina presto, ma abbiamo notato che il nostro si è fermato a La Colonna  che è una frazione di Monteriggioni e dalla quale si raggiunge brevemente a piedi Monteriggioni. Dopo tre quarti d’ora arriviamo alla rotonda di San Gimignano dalla parte di porta San Giovanni per noi comodissimo perché da lì il campeggio di Santa Lucia dista solo km 1,7 che raggiungiamo a piedi ma volendo c’è anche l’autobus ( circa ogni ora).

Siena S. Quirico D’Orcia – tappa N° 34 e 35

‘La strada’ per eccellenza, dichiarata dal Consiglio d’Europa ‘Grande itinerario culturale, percorsa nei secoli da mercanti e pellegrini, che univa l’Italia alla Francia e al nord Europa. La via Francigena favorì contatti e scambi e decretò l’urbanistica, la storia e la fortuna di città come Siena e San Gimignano.

Durante il Festival Plein Air, ogni domenica mattina, il Centro Guide di Siena offre la possibilità di conoscere e percorrere, accompagnati da guide esperte, i tratti più suggestivi delle 5 tappe che , da San Gimignano a Radicofani, costituiscono i 120 km di Via Francigena nelle Terre di Siena: un assaggio di splendidi percorsi, interamente segnalati e facilmente percorribili, in ogni stagione, a piedi o in bicicletta. Prenotazioni presso Centro Guide Siena – tel. 0577 43273
Il trekking guidato, interamente gratuito, si effettua con un minimo di due partecipanti . Le prenotazioni dovranno pervenire entro le ore 13.00 del venerdì precedente la visita. Ecco  la descrizione dei percorsi trekking, sempre facili e accessibili a tutti.

Siena - Caravanbacci

Siena

“Sulle orme dei pellegrini” – Passeggiata sulla Via Francigena nella città di Siena.

Siena è stata definita ‘figlia della strada’, data la grande importanza di quella rete stradale che vi passava già in epoca longobarda, divenuta poi nota successivamente con il nome di Via Francigena, attraversata dai tanti pellegrini diretti verso Roma, o che da lì facevano ritorno. Nel nostro itinerario cercheremo di seguire i passi dei pellegrini che arrivati da Nord varcavano la Porta Camollia per entrare nella città. Una delle prime soste sarà alla Chiesa di San Pietro alla Magione, sede dell’ordine dei templari dal 1230 e poi passata ai gerosolimitani nel 1322, entrambi ordini religiosi cavallereschi a cui era affidato il compito di ospitare e proteggere i pellegrini lungo il loro viaggio.

Proseguiremo il percorso lungo l’arteria principale della città, passando davanti alla chiesa di San Cristoforo, da sempre patrono dei viaggiatori. Il nostro cammino ci porterà poi verso la cattedrale proprio per Via dei Pellegrini. Davanti al Duomo sorge l’Ospedale del Santa Maria della Scala, che la leggenda vuole fosse stato fondato da un ciabattino di nome Sorore, morto nel 898. L’ospedale senese fu uno dei più antichi luoghi di ricovero autonomi sorti in Europa, preso ad esempio anche dal duca di Milano Francesco Sforza. Potremo scoprire come si svolgeva la vita quotidianamente all’interno dell’ospedale grazie agli splendidi affreschi quattrocenteschi del Pellegrinaio. Uscendo dal Santa Maria della Scala attraverseremo la Piazza del Campo, cuore pulsante della città, per poi arrivare alla chiesa di San Leonardo, dove è attestata la presenza dell’ordine gerosolimitano fin dal 1173, il percorso finirà alla Porta Romana a Sud della città, da dove uscivano i pellegrini ormai ristorati pronti a riprendere il loro lungo viaggio.

Monteriggioni

Lunghezza: circa 4 km – Durata: circa 3 ore – Percorso facile ad anello – Partenza ore 9.30 dall’area di sosta camper presso il castello di Monteriggioni.

Partendo da Monteriggioni, incantevole borgo medioevale le cui torri furono paragonate a ‘giganti’ da Dante nel XXXI canto dell’Inferno, si percorre la via Francigena in pianura fino a raggiunge il monastero di Abbadia a Isola. Questo luogo viene menzionato già nel diario di Sigerico, arcivescovo di Canterbury, che fra il 990 e il 994 ha percorso questo itinerario durante il suo viaggio a Roma. Dopo aver visitato il monastero si fa ritorno a Monteriggioni percorrendo il tratto della via Francigena che passa sulle colline e dal quale si ha uno scorcio panoramico mozzafiato sul castello di Monteriggioni.

S. Quirico d’Orcia

Lunghezza: circa 12 km fino a Bagno Vignoni – Durata: circa 5 ore – Percorso facile – Partenza ore 9.30 dall’area di sosta camper Parco Carlo Sorbellini presso S. Quirico d’Orcia.

N.B. Chi volesse tornare indietro con un mezzo, per limitare la camminata a 6 km, dovrà provvedere a predisporre un proprio mezzo di trasporto a Bagno Vignoni. Da S.Quirico d’Orcia, camminando sulla Via Francigena, attraverso suggestivi paesaggi si giunge al borgo termale di Bagno Vignoni. Al centro del borgo si trova una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. Fin dall’epoca degli etruschi e poi dei romani le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi, come Papa Pio II, Santa Caterina da Siena, Lorenzo il Magnifico e tanti altri artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura. Da qui è previsto il ritorno a piedi a San Quirico. Chi volesse tornare indietro con un mezzo, per limitare la camminata a 6 km, dovrà provvedere a predisporre un proprio mezzo di trasporto a Bagno Vignoni.