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Viaggio in Siria e Giordania

I Viaggi della Famiglia Bacci - Dicembre 2008/Gennaio 2009

Ho da poco riletto questo diario di viaggio in Siria e Giordania. Pensando alle bellezze della Siria, al calore e la disponibilità della sua popolazione mi piange il cuore a pensare cosa sarà rimasto, chi delle tante persone che avevamo conosciuto sarà ancora viva.

Nicoletta Bacci Berlendi

Palmira è molto bella, dal Tempio di Baal, divinità di origine babilonese, all arco monumentale che segna l inizio del grande colonnato che congiunge il tempio alla valle dei morti, il bellissimo teatro romano, l agorà, le terme.. Città abitata fin dall’antichità, dai Nabatei fino agli arabi, deve la sua fortuna al fatto di trovarsi sulla via carovaniera che univa l Eufrate, quindi Babilonia, al Mediterraneo. Famosa per la sua regina Zenobia che troppo volle sfidare Roma e portò alla distruzione della città che da allora, pur continuando ad essere abitata, non ritrovò più l antico splendore. I resti che si visitano attualmente risalgono ad un epoca a cavallo tra il I e II sec D.C. e sono ricchissimi ma abbisognerebbero di ulteriori restauri visto che molte colonne, crollate dopo un forte terremoto, giacciono intatte a terra.

Dalla parte bassa romana ci arrampichiamo sulla cittadella fortificata di epoca araba che domina l oasi dove giace Palmira dalla quale si gode di uno splendido panorama. Peccato che il sole sia oscurato e ci rovina il tramonto. La sera, dopo una breve passeggiata per il centro del nuovo paese che non offre molte attrattive, ceniamo nel ristorante panoramico dell’albergo. L’albergo è poco più di un ostello ( Palm Desert Palmira) ma pulito. Come avremo modo di constatare in seguito tutti gli alberghi in Siria avrebbero bisogno di restauri ed una migliore organizzazione ma sono tutti molto puliti e la disorganizzazione è compensata dalla gentilezza di chi ci lavora.

Palmira

Al mattino 30/12 visita delle tombe “condominiali” di Palmira, cappelle costruite dai mercanti di Palmira che poi le rivendevano. Ne visitiamo una a torre ed una ipogea, entrambi decorate. Quella ipogea ha degli interessanti ma alquanto rovinati affreschi e degli originali sarcofaghi scolpiti. Dopo la visita delle tombe ci avviamo verso l’Eufrate. Il deserto che attraversiamo è piatto e privo di attrattive.

Facciamo un unica sosta a Qasr ibn wardan uno dei dei due grandi castelli, dimore immense di epoca araba all’epoca meravigliose e circondate da giardini rigogliosi. Adesso rimane solo la mole imponente delle torri fortificate e del perimetro esterno. Verso l ora di pranzo avvistiamo le rovine della città di Rusafa, antichissima città citata nella Bibbia e negli annali Assiri, poi ribattezzata in epoca bizantina Sergiopolis in onore del soldato romano lì decapitato dopo una lunga e feroce tortura. A lui è anche dedicata la basilica più importante di Rusafa a tre navate pericolante ed imponente allo stesso tempo, doveva essere bellissima con un doppio ordine di colonne. Ancora più bella è la porta Nord con fregi raffinati, ma quello che più colpisce sono le imponenti mura tutti segni di un precedente splendore. Rusafa è una città che più volte si è risollevata, dopo le numerose invasioni e i terremoti, ma alla fine fu abbandonata al suo destino ed alla sabbia.

Proseguiamo verso l’Eufrate: il tempo è grigio ed il fiume , molto pulito, non fa una grande impressione ma insomma è lui il mitico EUFRATE. Un minuto di raccoglimento per l immersione, solo dei piedi fa freddo, nell’acqua dalla quale è sorta la nostra civiltà e poi via a tirare sassolini sfidandosi a chi fa più rimbalzi. Arriviamo ad Aleppo verso le cinque del pomeriggio, il tempo di mollare i bagagli e ci fondiamo nel suk. L’albergo Beit Salea è molto bello: una vecchia casa ristrutturata in una posizione comodissima e 5 minuti dalla cittadella, che si può ammirare dalle sue terrazze, e dal suk.

Rusafa

Purtroppo gli impianti sono vecchi per cui l’acqua calda viene a singhiozzo o non viene proprio ed il riscaldamento scarseggia (ad es. nel ristorante fa freddo). Le camere vanno da alcune bellissime a molto modeste quindi potendo conviene farsele vedere e scegliere. Il suk è grande e ci sono strutture architettoniche interessanti. Conviene infilarsi in ogni cortile perché sono tutti antichi caravanserragli riadattati a negozi per lo più di stoffe bellissime, molto decorate e ideali per un abito da sera. Conveniente anche l’oro. Noi compriamo una tovaglia damascata ed il famoso sapone di Aleppo( un sapone naturale a base di olio d oliva e olio d alloro fatto invecchiare fino a otto anni).

A cena andiamo al Beit Sissi che abbiamo letto sulla guida, essere uno dei migliori di Aleppo. Il ristorante è molto carino e mangiamo benissimo. Il nostro progetto di dieta siriana si infrange sulla marea di antipasti dal classico humus, ad formaggio simile allo yogurt, allo ratatouille di melanzane, a vari involtini di posto frutti ripieni o di formaggio o di carne, una salsa rossa leggermente piccante, verdure fritte, bietole cotte, insalatine varie, mousse di melanzane il tutto mangiato con la pita, il loro pane simile all’orola, ma più morbido.

Anche nei dolci pur simili fra loro per gli ingredienti la scelta è vasta: A Palmira un pasticcere molto simpatico ci ha fatto assaggiare praticamente tutta la sua produzione . da una specie di croccante con vari tipi di noccioline a dolcetti di pasta sfoglia con pistacchi e anacardi a biscottini con semi di sesano, ad altri di cocco.

Aleppo